Legge di bilancio 2019: taglio netto sul bollo dei veicoli storici

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Novità per il bollo dei mezzi di interesse storico e collezionistico di età compresa tra i 20 e i 29 anni, che dal primo gennaio possono usufruire di un drastico taglio sull’importo da versare grazie all’approvazione della nuova Legge di Bilancio.

 

La tassa di possesso è stata infatti ridotta del 50%, un’agevolazione che viene applicata a condizione che i motoveicoli e gli autoveicoli siano in possesso del Certificato di Rilevanza Storica e Collezionistica rilasciato da ASI (Automotoclub Storico Italiano), FMI (Federazione Motociclistica Italiana) e Registri di Marca e che tale riconoscimento sia annotato sul libretto di circolazione.

 

I proprietari che vogliono usufruire dello sconto devono presentare domanda di aggiornamento della carta di circolazione alla Motorizzazione Civile, allegando l’originale e la fotocopia del certificato che ne attesta la storicità.

 

Niente esenzione totale dal primo gennaio 2015

 

Ricordiamo che la Legge di Stabilità approvata a dicembre del 2014 aveva abrogato l’esenzione del bollo proprio per le vetture storiche più recenti (con età tra i 20 e i 29 anni). L’abolizione è da attribuire al fatto che il sistema delle agevolazioni ha in passato considerato di interesse storico qualsiasi veicolo immatricolato da più di vent’anni e in condizioni tali da potersi definire “da amatore”, mentre successivamente il provvedimento ha lasciato l’esenzione dalla tassa per quei mezzi che hanno più di trent’anni.

 

Cosa succede se si paga il bollo dopo la scadenza?

 

Il ritardo del pagamento della tassa procura una sanzione variabile in base ai giorni di ritardo, che sarà aggiunta all’importo originario (più gli interessi).

Si possono prospettare i seguenti casi, riportati anche nella news “Bolli non pagati: interviene il condono del Governo”: realizzando il saldo entro i 15 giorni successivi alla scadenza, il guidatore verserà una sanzione che sarà pari allo 0,1% della tassa per ogni giorno di ritardo. L’importo dell’ammenda sale all’1,67% per un ritardo compreso fra i 30 e i 90 giorni, oltre agli interessi di mora, mentre dopo i tre mesi ed entro un anno dalla scadenza ammonterà al 3,75% dell’imposta originaria. Per periodi di tempo superiori all’anno scatterà una multa pari al 30% del tributo.

Scatta invece il fermo amministrativo del mezzo quando il contribuente continua a non pagare la tassa dovuta nei successivi 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale. Trenta giorni prima dell’iscrizione del fermo il contribuente moroso deve ricevere un preavviso, in mancanza del quale il fermo è illegittimo. Inoltre, in caso di mancato saldo delle cifre per più di tre anni consecutivi si rischia la radiazione del veicolo dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico).

 

 

(fonte segugio.it)