Scatola nera: dubbi sui criteri che stabiliscono privacy e affidabilita'

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Il Ddl concorrenza, entrato in vigore durante l’estate dello scorso anno, ha portato diverse novità in ambito assicurativo: una di queste ha riguardato la scatola nera, che è diventata un dispositivo di piena prova sulla dinamica di un sinistro.

 

L’importanza della black box, fondamentale nell’applicazione degli sconti decisi dalle compagnie assicurative, ha spinto il Mit e il Mise a emanare lo scorso luglio due decreti ministeriali (Dm) che ne fissassero le caratteristiche. I Dm sono stati consultati dagli operatori di settore e dalle Associazioni dei Consumatori, che hanno manifestato qualche dubbio (riportato dalle pagine de “Il Sole 24 Ore”) sui criteri che disciplineranno la privacy e l’affidabilità dell’apparecchiatura.

 

In particolare su quest’ultimo punto, gli esperti contestano la mancata previsione da parte dei decreti di un sistema che abbini univocamente la scatola nera a un determinato veicolo e di fatto, a oggi le certificazioni degli installatori non hanno impedito frodi attraverso simulazioni di urti con veicoli già danneggiati. Perplessità sono state espresse anche sulla tolleranza massima dei 10 metri consentita dal Dm del Mit nel rilevare la posizione del veicolo. Il grado di precisione sarebbe infatti sufficiente per accertare in quale località si trova l’auto, ma non per stabilire la corsia in cui esso viaggiava o a quale distanza fosse dall’altro veicolo con cui ha avuto l’impatto.

 

Per limitare queste criticità, gli esperti propongono di riconoscere solo fino al 2020 gli sconti obbligatori a chi ha dispositivi non in linea con gli standard tecnici fissati dal Mit. Diverso invece quanto riportato nello schema del decreto, che invece riconosce questo beneficio per sempre a chiunque abbia già montato, o monterà nei prossimi due anni, la black box su proposta della compagnia.

 

Le critiche delle Associazioni dei consumatori

 

Acu, Adusbef, Assoutenti, Assoconsum, Casa del consumatore, Codici, Movimento consumatori, Movimento difesa del cittadino e Federcarrozzieri, criticano il fatto che i due Ministeri abbiano lasciato libertà alle compagnie su come valutare ai fini tariffari il comportamento di guida degli assicurati. Le Associazioni lamentano anche il problema relativo alla privacy, visto che l’unico divieto previsto dai decreti riguarda il monitoraggio continuo del veicolo, mentre le regole approvate dal regolamento europeo 679/2016 pongono limiti più severi sulla conservazione e protezione dei dati sensibili.

 

Un ultimo dubbio dei consumatori riguarda la compatibilità dei dispositivi da montare con la sofisticata elettronica che equipaggia i veicoli, in particolare sui sistemi di guida assistita ADAS, sempre più presenti sui modelli di ultima generazione.

 

Gli sconti previsti grazie alla black box

 

Ricordiamo che il dispositivo non è una novità per gli assicurati italiani, visto che la sua diffusione ha fatto registrare negli ultimi anni un vero e proprio boom. I dati raccolti dall’IVASS alla fine del terzo trimestre del 2017 – e riportati nella news “Scatola nera, chi la installa è più attento alla guida” – dicono che la scatola nera è già attiva in oltre il 20% dei contratti RC Auto.

 

I bonus promessi dal Ddl concorrenza e disciplinati dal Regolamento 37/2018 dell’IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) sono due, entrambi subordinati al montaggio sull’auto della scatola nera. Il primo, su proposta dell’impresa e previa accettazione degli assicurati, è obbligatorio, il secondo è invece aggiuntivo ed è applicabile ai soggetti residenti nelle province ad alta sinistrosità che negli ultimi quattro anni non hanno provocato sinistri con responsabilità esclusiva o principale o paritaria.

 

 

(fonte segugio.it)